Nuovo sgombero della plazzina di via Luti, occupata abusivamente da un gruppo di senza fissa dimora magrebini. Dopo l’intervento di ieri, stamani la polizia municipale ha dovuto nuovamente procedere all’allontanamento degli occupanti, che erano tornati nell’immobile. Cinque le persone individuate dagli agenti: i tre marocchini già presenti ieri, alcuni dei quali pregiudicati e soggetti all’obbligo di firma, e altri due connazionali per i quali sono state avviate le procedure di identificazione.
Nella palazzina dismessa, di proprietà di una società in liquidazione, la Sanvito srl, alla vigilia di Pasqua si sviluppò un incendio, probabilmente innescato dagli allacciamenti abusivi alla corrente elettrica e alle condizioni di degrado in cui vivono le persone. Le stanze sono insalubri, ricoperte di rifiuti. Al puzzo di bruciato che emana dalle pareti annerite si aggiunge quello dell’urina nelle bottiglie e degli escrementi sul pavimento, a poca distanza dai materassi su cui si dorme, chissà come. Nelle stanze, alcuni vecchi televisori, un fornello elettrico, una bici forse rubata, in mezzo a stracci, vetri rotti e sporcizia ovunque.
L’intervento della polizia municipale non sarà con ogni probabilità risolutivo: quando gli agenti se ne sono andati, stamani, il portone è rimasto aperto: la catena priva di lucchetti e numerosi i varchi e le finestre da cui si può accedere.
“È una situazione complessa, comune ad un’altra ventina di edifici sul nostro territorio – spiega il comandante della polizia municipale Andrea Pasquinelli -. Qui andrà fatta un’operazione di bonifica dei rifiuti ammassati, dei detriti derivanti dall’incendio e poi una messa in sicurezza e opere atte ad impedire l’ingresso da parte dei malintenzionati”. Un intervento che costerà alcune migliaia di euro. A carico di chi? “Il sindaco può emettere ordinanze contingibili e urgenti o in materia di inagibilità degli edifici ed è il privato che deve farsi carico delle spese – spiega Pasquinelli – ma in caso di società fallite, il Comune può accollarsi le spese e rivalersi sul proprietario. Se questi però non è solvibile, finisce che gli interventi restino a carico dell’amministrazione e dunque dei cittadini”.
D.Z.
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